Presentato ufficialmente poche settimane fa per l'evento epocale del 2026 – il primo Mondiale a 48 squadre ospitato da tre nazioni (USA, Messico, Canada) – l'Adidas Trionda non è solo uno strumento di gioco, è un manifesto ingegneristico e politico. Il nome stesso, "Trionda" (tre onde), evoca immediatamente l'unione dei tre paesi ospitanti e dei tre oceani che li bagnano (Atlantico, Pacifico e Artico).
La Tecnica: Aerodinamica Estrema e il nuovo "Speedshell 2.0"
Dal punto di vista tecnico, Trionda è l'evoluzione diretta dell'Al Rihla del 2022, ma porta il concetto di velocità a un nuovo estremo. Adidas ha ridotto ulteriormente il numero dei pannelli termosaldati, scendendo a 14 macro-sezioni dalla forma irregolare.
La vera innovazione è nella texture superficiale, ribattezzata "AeroFlow Grip". Se guardate da vicino, la superficie non è liscia, ma presenta microscopiche scanalature e rilievi ispirati alla pelle degli squali e alle palline da golf. Questa texture serve a "rompere" il flusso d'aria attorno alla sfera, riducendo la resistenza e, soprattutto, stabilizzando la traiettoria sui tiri lunghi, per la gioia dei portieri che temevano un nuovo effetto "Jabulani". È un pallone pensato per il calcio moderno: veloce, che premia i tiratori tecnici ma non penalizza ingiustamente gli estremi difensori.
Estetica e Curiosità: Il Cuore Tecnologico
Visivamente, il Trionda propone un mix dei colori nazionali dei tre paesi ospitanti (blu per gli USA, rosso per il Canada e verde per il Messico). Onde di energia nei toni del blu profondo, rosso acceso e verde acqua si intersecano su una base bianca perlata, simboleggiando la connessione tra gli stadi del Nord America.
La Curiosità: Sotto la pelle, Trionda nasconde il cervello più avanzato mai inserito in un pallone. Il sensore inerziale (IMU) al centro, fondamentale per il fuorigioco semiautomatico, è stato miniaturizzato ulteriormente ed è ora alimentato da una micro-batteria che si ricarica cineticamente con il movimento stesso del pallone durante il gioco. Inoltre, Adidas ha rivelato che il 40% dei polimeri utilizzati per la sua costruzione deriva da plastiche riciclate raccolte sulle coste dei tre paesi ospitanti
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