Doveva essere una passerella nostalgica, un ultimo ballo per onorare una carriera leggendaria. Si è trasformato in un terremoto agonistico che ha scosso le fondamenta del "Circo Bianco". Il weekend di St. Moritz, sulla mitica pista Corviglia, non sarà ricordato solo come il ritorno alle gare di Lindsey Vonn all'età di 41 anni, ma come il momento in cui l'americana ha dimostrato che il tempo, per alcune fuoriclasse, è solo un concetto relativo.
Il primo atto, venerdì, ha avuto del sovrannaturale. Nella prima discesa libera, Vonn non si è limitata a partecipare: ha vinto. Con una sciata potente, tecnicamente eccelsa e sprezzante del pericolo come nei suoi giorni migliori, ha fermato il cronometro davanti a tutte, diventando istantaneamente la vincitrice più anziana nella storia della Coppa del Mondo. Lo scetticismo della vigilia si è sciolto come neve al sole di fronte a un risultato che ha fatto il giro del mondo in pochi minuti.
Sabato, la conferma che non si trattava di un caso isolato. Nella seconda discesa, Lindsey ha concesso il bis sul podio, chiudendo al secondo posto. Due gare di velocità pura, due podi consecutivi: una dimostrazione di forza e costanza che ha ammutolito le avversarie, molte delle quali non erano nemmeno nate quando lei vinceva le sue prime gare.
L'epilogo di domenica, nel Super G, se possibile, ha aggiunto ancora più valore alla sua impresa. Su un tracciato più tecnico e nervoso, Vonn ha lottato centesimo su centesimo con le specialiste del momento. Ha chiuso quarta, a soli 27 centesimi dalla vincitrice Alice Robinson e a un soffio dal terzo posto della nostra Sofia Goggia. Quel quarto posto, vissuto quasi con delusione dalla diretta interessata ("Sono affamata di più", ha dichiarato), è la prova definitiva: Lindsey Vonn non è tornata per fare la comparsa. È tornata per vincere. E con le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 ormai all'orizzonte, la Regina ha lanciato un avvertimento chiarissimo a tutta la nuova generazione: per l'oro bisognerà fare i conti ancora con lei.
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