La prestazione di ieri notte contro i Suns, con quella rimonta guidata a 41 anni quasi compiuti, è solo l'ultima pennellata su una tela statistica che non ha eguali nella storia dello sport professionistico americano, e forse mondiale. LeBron James non è più semplicemente un giocatore di basket; è un'anomalia biologica e un "glitch" nel sistema dei record NBA.
La sua statistica più incredibile non è tanto il record di punti totali all-time (che continua ad aggiornare verso vette irraggiungibili, ormai oltre i 40.000 abbondanti nel 2025), quanto la sua completezza sostenuta nel tempo. LeBron è l'unico membro fondatore, e probabilmente unico membro per i prossimi decenni, del club dei "40k/10k/10k". Nessun altro essere umano nella storia della NBA ha combinato almeno 40.000 punti, 10.000 rimbalzi e 10.000 assist in carriera. Per mettere in prospettiva: ci sono grandissimi scorer che non passano la palla, e grandissimi playmaker che non segnano. Lui ha fatto entrambe le cose, ad un livello élite, per oltre due decenni.
Un altro dato che fotografa la sua assurda costanza è la striscia di partite consecutive in doppia cifra di punti. È una striscia iniziata nel gennaio del 2007. Da allora, per oltre 1.200 partite di stagione regolare, LeBron ha sempre segnato almeno 10 punti. Ha superato il precedente record di Michael Jordan di centinaia di partite. Significa che per 18 anni non ha mai avuto una "serata no" tale da non mettere a referto almeno un bottino minimo sindacale.
Infine, la longevità. James detiene il record per il maggior numero di minuti giocati nella storia della NBA, combinando stagione regolare e playoff. Ha passato letteralmente più tempo sui parquet della NBA che a dormire. Il fatto che nel 2025, alla sua 23esima stagione, sia ancora in grado di decidere le partite nel "clutch time" come successo contro Phoenix, con l'esplosività di un trentenne, è la prova che stiamo assistendo a qualcosa che va oltre il talento: è una dedizione maniacale alla cura del proprio corpo che ha ridefinito i limiti della carriera di un atleta.
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